l'Hochmeister Ulrich von Jungingen

pagina 2 di 2


La guerra contro la Lituania e la Polonia

Nell'estate del 1409 per l'Ordine la situazione politica generale era molto negativa. Dopo la morte dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Roberto di Germania, avvenuta il 18 maggio, si scatenò la lotta di potere per la sua successione. Anche Sigismondo di Lussemburgo, alleato dell'Ordine, aspirava alla corona e quindi divenne improbabile il suo intervento militare in favore dell'Ordine.

Allo scoppiare delle ostilità, la situazione strategica per la Polonia e la Lituania era molto favorevole perché l'Ordine doveva arrangiarsi da solo. Ma, anche se il conflitto era stato a lungo evidente, sia il Regno di Polonia che il Granducato di Lituania erano ancora impreparati per un confronto bellico.

Immediatamente dopo la dichiarazione del “Grossen Streythe”, Ulrich von Jungingen era temporaneamente in una vantaggiosa posizione strategica. I contingenti delle forze armate dell'Ordine nel mese di settembre conquistarono il paese di Dobrin e all'inizio del mese di ottobre occuparono la Cuiavia e assediarono Bromberg.


il Re Venceslao IV

Nonostante questi successi, Ulrich accettò una mediazione del re ceco Venceslao IV sulla questione controversa la proprietà della Samogizia. Venne deciso un temporaneo cessate il fuoco fino al giorno di San Giovanni Battista (21 giugno 1410).

L'arbitrato del Re si basava sul Trattato di Sallinwerder ratificato nel 1404. Ma il verdetto di Venceslao non venne accettato dalla Corona di Polonia e dal Granduca di Lituania, non da ultimo a causa della loro favorevole situazione.

Inutili ulteriori tentativi di mediazione si sono conclusi a causa della mancata comparizione della legazione polacca. Il 30 marzo 1410 l'Hochmeister sostituì i Cavalieri di alcune importanti Commanderie. Nell'estate del 1410 avrebbe dovuto decidere per la guerra.


il castello teutonicodi Marienburg

Dopo la scadenza del cessate il fuoco, Ulrich rimase in attesa a Marienburg perché non aveva informazioni precise circa l'ubicazione dell'esercito avversario.

La situazione gli divenne chiara solo nei primi giorni di luglio, con la ricezione delle lettere di rinuncia dei principi suoi alleati, redatte nel campo di Ladislao II Jagellone a Biezun.

Il 2 luglio 1410 Ulrich von Jungingen, in piena armatura a capo del Rennbanner (unità di elite della cavalleria dell'Ordine) lasciò Marienburg con le seguenti parole: "Ti saluto, grande battaglia, come vincitore, o mai più!" (cronaca di Johann von Posilge, cronista prussiano del Medioevo).

Ulrich, dopo essersi consultato con l'Ordensmarschall Friedrich von Wallenrod ed altri Grossgebietiger, lasciò a Schwetz il Comandante Heinrich von Plauen, già messo alla prova durante la guerra, con alcuni cavalieri dell'Ordine, e circa 2.000 mercenari a sostegno di Kuchmeister Michael von Sternberg, balivo dell'Ordine. Sternberg sorvegliava la Neumark che era in pericolo a causa delle incursioni polacche.


La morte nella Battaglia di Tannenberg


Ladislao II Jagellone
in una medaglia commemorativa

Ulrich portò l'esercito dell'Ordine, nonché lo spiegamento dei Landstande prussiani fino a Kauernick vicino a Soldau, dove l'esercito si appostò sulle rive del fiume Drewenz in un campo fortificato. Già li si delineò la possibilità di uno scontro, ma fu evitato dall'esercito polacco-lituano che aggiro la vantaggiosa posizione dell'esercito dell'Ordine Teutonico lungo il fiume e proseguì in direzione nord-est.

Dopo l'attacco di Gilgenburg da parte dei lituani e dei tartari, avvenuto il 13 luglio, Ulrich cercò il confronto diretto e portò l'esercito dell'Ordine subito a nord-est; la sera del 14 luglio si accampò vicino a Frugenau.


una fase della battaglia di Tannenberg

I perlustratori segnalarono la stessa sera che l'intero esercito polacco-lituano era accampato sulle rive del fiume Marense e Ulrich e il suo Consiglio di guerra decisero di piazzare il loro esercito per la battaglia del giorno successivo sulla brughiera quasi priva di boschi tra i villaggi Grunfelde e Tannenberg e anche tra Ludwigsdorf e Faulen.

La mattina del 15 luglio l'esercito dell'Ordine Teutonico stava in ordine di battaglia in una posizione sfavorevole, in quanto doveva lasciare l'iniziativa all'avversario che stava fermo sulle paludose rive del Marense, cioé nei boschi ad est della brughiera di Tannenberg.

La calura di mezzogiorno e l'attesa senza far niente per i guerrieri pesantemente armati divenne un grande peso. Soprattutto per i cavalli da battaglia, l'armatura con il cosiddetto Rossmantel (mantello di cavallo) e per le più alte personalità armate con la corazze, l'attendere nella calura diventava veramente insopportabile.


Ulrich von Jungingen invia due spade a Ladislao e Vitautas

I più grandi dignitari si accordarono di sfidare immediatamente alla lotta il Re polacco ed il Granduca di Lituania inviandogli due lucide spade.

Il seguente messaggio é stato attribuito ad Ulrich von Jungingen:
"E' consuetudine tra le forze militari in guerra, che se un esercito é pronto a combattere e l'altro aspetta, il primo invia all'altro due spade per chiamarlo a risolvere la controversia sul campo di battaglia.
Ecco, così anche noi ora vi porgiamo due spade, una per te, Re, l'altra per voi, Duca Witold (nome comune in lingua tedesca per Vytautas), in nome dell'Hochmeister, dell'Ordensmarschall e dei Cavalieri dell'Ordine affinché possiate scegliere il luogo di battaglia dove desiderate.
Portatele con voi per difesa, queste spade, all'inizio della controversia, ma non esitate più e non perdiate più tempo. Perché restate nei boschi e vi nascondete? Per fuggire alla lotta? a quella, per dire il vero, non potete più sfuggire! " (Jan Długosz cronista polacco).

Questa procedura faceva parte della tradizione cavalleresca, tuttavia la controparte la recepì come un insulto e una prova di arroganza dell'Hochmeister.


la battaglia di Tannenberg in un dipinto Dipinto di Jan Matejko

Poco dopo la consegna delle spade, la battaglia ebbe inizio con l'attacco di vessilli lituani sotto la guida del Granduca Vytautas sul fianco destro dell'intero esercito. Ulrich von Jungingen per il primo momento diresse la missione dei propri vessilli dietro le linee battaglia, da una collina nei pressi di Grunwald.


in battaglia

Così comandò il contrattacco, che all'inizio ebbe successo, contro l'esercito lituano sotto la guida dell'Ordensmarschall, che nelle successive battaglie si disperse in battaglie d'inseguimento. Un po' più tardi, l'Hochmeister dell'Ordine osservò che la battaglia, sotto la guida del Großkomtur Kuno von Lichtenstein, inizialmente era un successo per l'esercito dell'Ordine, svolgendosi sul fianco destro delle forze armate polacche.

Sotto il vessillo di Krakau combatteva l'elite della nobiltà polacca. Dopo che il vessillo del re polacco, a causa di circostanze sfortunate, cadde nelle mani dell'Ordine Teutonico, Ulrich stesso, adesso sicuro della vittoria, avrebbe iniziato il canto di vittoria dei Cavalieri Teutonici: “Christ ist erstanden” (Cristo é risorto) e l'esercito Teutonico si unì a poco a poco nel canto. Ma con l'impiego delle riserve polacche la situazione si modificà: il fianco destro dei Cavalieri Teutonici, dopo la perdita del vessillo recentemente conquistato, cadde visibilmente in difficoltà.


stemma della Lega
della Lucertola

Per Ulrich von Jungingen, che finora aveva agito in modo ponderato, c'erano due alternative: da un lato, secondo la tradizione cavalleresca, dirigere all'attacco lui stesso una riserva di 15 vessilli compreso il Rennbanner, dall'altro lato, di far affrontare ai cavalieri gli attacchi principali guidati da un Comandante subalterno e di tenere perà il commando tattico dell'esercito.

Sotto la riserva si trovava il vessillo numericamente molto forte del Terra di Chełmno; sembra che questo fatto ebbe una certa importanza nel processo decisionale dell'Hochmeister. Sotto il vessillo di Chełmno servivano però i membri della Lega della Lucertola. Questa nobiltà terriera che viveva da molte generazioni nelle zone vicino al confine con il Regno di Polonia, a causa di legami familiari ed economici, tendeva più per il Regno di Polonia. Quindi Ulrich non era sicuro della fedeltà dei cavalieri della Lega della Lucertola verso l'Ordine Teutonico.


la morte di Ulrich von Jungingen

Senza consultazione approfondita con i Grossgebietiger dell'Ordine, l'Hochmeister nel primo pomeriggio decise: attacco immediato sotto la sua direzione sul fianco destro dell'esercito polacco che era ancora scoperto dagli alleati lituani.

Sotto la guida dell'Hochmeister i vessilli fecero un'ampia curva a nord-est per poi cadere nel fianco avanzato dell'esercito polacco.

Già durante la carica ci furono numerose irregolarità. Così alcuni Cavalieri Teutonici del Rennbanner, tra cui anche Leopold von Katteritz (menzionato dal cronista Jan Dlugosz), si staccarono e andarono verso sinistra per attaccare un vessillo polacco che si trovava lontano dalla battaglia.

Immediatamente Nicolaus Renys, il comandante del vessillo di Kulm e portavoce della Lega delle Lucertole, abbassò la bandiera. Questa azione rappresentava il segno concordato in precedenza per lasciare il campo di battaglia. Parti della Lega si ritirarono. Quale di queste azioni l'Hochmeister cercò di impedire con le parole “Venite qua! Venite qua!”, annotate dal cronisti rimane poco chiaro.


cippo commemorativo
sul luogo di morte
di Ulrich von Jungingen

Immediatamente Ulrich von Jungingen si vide in prima linea della formazione, col fronte difensivo della cavalleria polacca sotto la guida del Cavaliere Dobieslaw di Olesnica. In questa lotta Jungingen venne ucciso. Non é chiaro in che misura la fanteria nemica partecipò direttamente alla morte dell'Hochmeister. Senza guida, la battaglia di Tannenberg divenne un disastro per l'esercito dell'Ordine.

E' innegabile che Ulrich von Jungingen a Tannenberg non fu un comandante prudente. A causa del suo coinvolgimento personale nell'attacco, senza aver lasciato ad altri chiare consegne per la giuda dell'esercito, venne a mancare una guida uniforme. Il risultato fu una grande dispersione di forze e quindi la sconfitta. Un ritiro tempestivo e ordinato delle forze avrebbe conservato, secondo una valida teoria, almeno in alcune parti la forza di battaglia dell'esercito dell'Ordine.

Il re polacco Ladislao II Jagellone ritenne che Il cadavere di Ulrich von Jungingen fosse degno di essere sepolto nel castello di Marienburg e permise il suo trasferimento prima di iniziarne l'assedio. La tomba dell'Hochmeister si trova nella cappella di S. Anna del castello dell'Ordine.


Valutazione storica

Una valutazione storica dell'Hochmeister é di solito fatta solo dal punto di vista della sua morte sul campo di battaglia e la conseguente sconfitta a Tannenberg. A descrivere la sua personalità sono fondamentalmente Jan Długosz, il cronista della Battaglia di Tannenberg e l'opera storica di Johann von Posilge.


Jan Dlugosz

La “Cronica Banderia Prutenorum“ di Jan Dlugosz é stata scritta solo 30 anni più tardi in base alle relazioni di un partecipante alla battaglia di Tannenberg. In quest'opera vengono assegnate all'Hochmeister delle caratteristiche che lui non aveva: Jan Długosz descrive Ulrich come giovane e appassionato, ma Ulrich von Jungingen, al momento della sua morte, però, aveva già cinquanta anni e quindi, secondo la comprensione contemporanea, era molto vecchio.

Ulrich von Jungingen viene descritto come uno virtuoso e capace, un Cavaliere classico del Medioevo. Come argomento si utilizza tra l'altro, il suo comportamento poco prima della Battaglia di Tannenberg. Aveva rinunciato al momento di sorpresa e trascurò di attaccare i nemici prima che si potessero formare a battaglia. Invece fece consegnare una spada ciascuno da due araldi che per tradizione fra i cavalieri significava una chiamata a battaglia.

Questa presentazione della sua presunta cavalleria ora non é completamente sostenibile, date le circostanze e l'andamento della battaglia Tannenberg. L'esercito dei Cavalieri Teutonici, con i suoi principi tattici dell'attacco ordinato, non poteva combattere nel bosco o nel sottobosco e, solo per questo motivo, si cercava lo scontro con il nemico su un campo aperto.


i Cavalieri Teutonici morti nella battaglia di Tannenberg
al centro Ulrich von Jungingen giace morto, disteso sul mantello con le insegne dell'Hochmeister

L'attacco condotto direttamente da Ulrich davanti ai suoi vessilli nella fase più critica della battaglia rappresenta a secondo della prospettiva, da una parte una prova apparentemente chiara del suo coraggio, ma dall'altra una fatale mancanza di autocontrollo. I cronisti sono d'accordo nel dire che l'Hochmeister é caduto come un valoroso cavaliere in una "battaglia onesta".


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS