La Magna Charta d'Ungheria

Nel 1222 la nobiltà ungherese forzò il Re ad emettere una Bolla d'Oro, un documento molto simile a quello della Magna Charta che i baroni inglesi avevano estorto al loro Re solo pochi anni prima e che venne chiamata la “Magna Charta d'Ungheria”.


Andrea II presenta ai nobili e alla chiesa la Magna Charta

Quando la nobiltà gli chiese che rivedesse le concessioni ai Cavalieri Teutonici, il Re non era in condizione di rifiutare. Esaminò le denunce e concluse che l'Ordine aveva infatti superato il suo mandato, convenendo che dovevano essere effettuate alcune modifiche all'accordo, che alla fine si concluse con l'emissione di una nuova “Carta”, con più ampie clausole rispetto alla precedente. Permise comunque ai Cavalieri Teutonici di costruire castelli in pietra e, anche se la sua concessione vietava loro di assumere coloni ungheresi o rumeni, riconobbe implicitamente il loro diritto di portare contadini tedeschi.

Ma Hermann von Salza pensava all'incostanza del Re ed al fatto che l'Ordine aveva dei potenti nemici a corte e in questo modo il suo potere non sarebbe mai stato al sicuro. Utilizzò quindi tutta la sua influenza con Papa Onorio III e il Conte Luigi IV di Turingia per rafforzare la posizione dell'Ordine, ma non poteva influire verso l'atteggiamento della nobiltà ungherese e del Principe Bela, erede al trono e loro alleato. Questi continuarono con le loro denunce riguardanti i Cavalieri Teutonici e sostenevano il loro Vescovo nella sua ambizione di subordinare l'Ordine Teutonico alla sua Regola.


il Papa Onorio III

Hermann von Salza era in Germania nel 1223 e nel 1224 per affari riguardanti l'Impero, ma il suo pensiero andava verso la situazione in Ungheria. Pensava che il suo Ordine non avrebbe avuto problemi fino a quando il Re Andrea II era vivo, ma che poteva aspettarsi grandi difficoltà una volta che il principe Bela sarebbe salito al trono. Questo forse poteva essere evitato se l'Ordine avesse allentato i suoi legami con la corona ungherese.

Quando tornò in Italia Hermann von Salza parlò con il Papa Onorio III del problema e lo convinse ad includere il Burzenland nelle proprietà della Sede Apostolica. Il Papa lo fece nel 1224 e subordinò il Burzenland alla protezione apostolica della Santa Sede, “in modo che la popolazione della vasta zona spopolata si possa moltiplicare, per l'orrore dei pagani, per la sicurezza dei fedeli e con grande beneficio per la Terra Santa”.


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