1265: la perdita delle fortezze di Arsuf e di Safed

Dopo aver di nuovo tentato la conquista di San Giovanni d'Acri, Baibars andò ad accamparsi sotto Cesarea. I cristiani si difesero per qualche tempo e poi abbandonarono la città per ritirarsi nel castello, che era circondato dal mare. Questa fortezza, che si credeva inespugnabile, non poté resistere che pochi giorni agli assalti dei musulmani.


Baibars fa trucidare i cavalieri
(da una miniatura medievale)

Dopo ciò i mamelucchi andarono ad accamparsi sotto il castello di Arsuf, una fortezza appartenente ai Giovanniti. I Cavalieri di San Giovanni si difesero con ostinato valore: le macchine belliche dei musulmani e le travi e gli alberi gettati nel fossato del castello per colmarli, furono distrutti dal fuoco.

Dopo molti scontri, assedianti e assediati si misero a scavare sotto le mura. Si cercavano e si combattevano nelle vie sotterranee e nulla poteva raffreddare l'ardore dei cavalieri di San Giovanni, né l'impaziente attività di Baibars.

L'assedio durò quaranta giorni. Poi il Sultano finalmente inalberò lo stendardo del Profeta sulle torri della città e i musulmani furono chiamati alla preghiera nelle chiese convertite in moschee.

I mamelucchi trucidarono 90 cavalieri, gli altri furono tratti in schiavitù. Baibars distribuì i prigionieri ai capi del suo esercito e poi comandò la distruzione di Arsuf. Infine il territorio conquistato fu diviso fra i principali Emiri del Sultano.

Dopo la conquista del castello di Arsuf, Baibars ritornò in Egitto per farvi nuovi preparativi. Durante la sua dimora al Cairo, ricevette gli ambasciatori del Re Alfonso d'Aragona, del Re di Armenia, e di alcuni Principi della Palestina: tutti questi ambasciatori chiedevano la pace per i cristiani, ma le loro preghiere non facevano altro effetto che fortificare il Sultano nel suo progetto di continuare la guerra.


nella città di Safed i cristiani si confessano gli uni agli altri
(incisione di G. Dorè)

Rispose agli ambasciatori di Giacomo di Ibelin, Conte di Jaffa:
“Il tempo è venuto in cui noi non ci offriremo più alle ingiurie; quando ci toglieranno una capanna, noi prenderemo un castello; quando voi ci toglierete un contadino, noi incateneremo mille dei vostri guerrieri”.

Baibars non tardò a realizzare le sue minacce; con il suo esercito si mise in marcia e devastò i territori di Tiro, di Tripoli e di San Giovanni d'Acri. Il bottino fatto dai musulmani, secondo gli autori arabi, fu talmente tanto che “i buoi, i montoni e i bufali non trovavano compratori”.

Poi il Sultano condusse le sue genti sulle rive del Giordano e decise di assediare la fortezza di Safed. Questa fortezza, che apparteneva ai Templari, era situata nell'alta Galilea, sopra un'altissima montagna.

La città di Safed dovette difendersi contro tutte le forze che il Sultano aveva raccolto. I Templari si difendevano coraggiosamente. Baibars stava per levare l'assedio, ma la discordia dei cristiani venne in suo soccorso: i Templari si divisero; parte volevano arrendersi, parte volevano difendersi fino alla morte. Allora i musulmani trovarono negli assediati una resistenza meno ostinata ed assaltarono con maggiore coraggio.

Mentre i cristiani si accusavano fra di loro e si rimproveravano di tradimento, le macchine da assedio scuotevano le mura di Safed. Poi gli assediati deposero le armi ed aprirono le porte: lo stendardo del Profeta fu piantato sulle mura di Safed.

La capitolazione accordava ai Templari il permesso di ritirarsi, ma Baibars vedendoli andare via, cercò un pretesto per tenerli in suo potere. Vennero accusati di aver violato il trattato e furono minacciati di morte se non abbracciano l'Islamismo. Dopo di ciò furono portati su di una collina dove non si aspettavano altro che la morte.

Il giorno dopo solo due di quei prigionieri furono posti in libertà: uno era un frate Ospitaliero che Baibars mandava a San Giovanni d'Acri per annunziare ai cristiani la presa di Safed; l'altro era Lion le Caselier, un Templare che aveva abbandonato la fede di Cristo e si era messo al servizio del Sultano; tutti gli altri furono trucidati dai mamelucchi.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS