1096: la Crociata dei Poveri
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Semlin era dall'altra parte del Danubio rispetto a Belgrado. Il comandante militare di Belgrado rapidamente mandò un centinaio di mercenari Peceneghi per impedire ai Crociati di attraversare il fiume. Poi corse personalmente a Niš, dopo di che i cittadini di Belgrado abbandonarono la città. I leali Peceneghi morirono difendendo la postazione, ma erano irrimediabilmente in inferiorità numerica, così che i Crociati poterono raggiungere Belgrado.

Poi i Crociati ripartirono, affamati e senza guide e, dopo sette giorni di marcia, finalmente il 3 luglio arrivarono a Niš. Il Governatore aveva fortificato la città e rifiutò di farli entrare, invitandoli a spostarsi altrove, promettendo loro cibo e una scorta per Costantinopoli, se avessero lasciato la città.

Pietro era d'accordo, ma alcuni Crociati tedeschi, dopo un litigio con i residenti lungo la strada, diedero fuoco ad un mulino. Il Governatore di Niš inviò i propri soldati contro i Crociati, che furono subito battuti; circa un quarto dei Crociati fu ucciso e tutto il resto si diede alla fuga. Il giorno dopo la sconfitta, 7.000 fuggiaschi tornarono a riunirsi al grosso delle truppe di Pietro l'Eremita che, pochi giorni dopo, aveva ancora sotto il suo comando 30.000 combattenti.

L'esercito crociato, ridotto ad uno stato deplorevole, si incamminò tristemente verso i confini della Tracia; era senza mezzi per sopravvivere e combattere, aveva paura di un'altra sconfitta se avesse incontrato i bulgari e della fame se avesse attraversato zone deserte.


l'Imperatore Bizantino Alessio Comneno riceve a Costantinopoli Pietro l'Ermita (dipinto di Gillot Saint-Evre)

Come giunsero nel territorio della Tracia, l'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno inviò i suoi emissari per lamentarsi della loro presenza ma al tempo stesso offrì loro la sua clemenza. Pietro, temendo nuovi disastri, pianse di gioia quando seppe che aveva avuto il favore di Alessio I Comneno. Pieno di fiducia e di speranza, proseguì la sua marcia e, il 1° agosto 1096, arrivò senza ostacoli sotto le mura di Costantinopoli.

La notizia dei problemi che avevano creato lungo la marcia aveva preceduto l'esercito dei Crociati. L'Imperatore Alessio I Comneno ricevette Pietro l'eremita abbastanza gentilmente e volle ascoltare dalla viva voce dell'uomo straordinario che aveva sollevato il mondo cristiano con la sua eloquenza, i motivi della sua missione.

L'Imperatore elogiò lo zelo del predicatore della Crociata e lo riempì di doni, fece distribuire al suo esercito soldi e cibo, ma pretese fermamente che i Crociati restassero fuori dalle mura della città ad aspettare l'esercito dei Baroni.

Concesse loro un mercato, anche se il Franchi si lamentavano amaramente dei prezzi, e spesso fecero ricorso al furto pur di ottenere quello che volevano. La tensione salì rapidamente e, quando i Crociati cominciarono a saccheggiare i sobborghi della città, Alessio I Comneno, preoccupato per la sicurezza di Costantinopoli, decise di liberarsi di questi fastidiosi Crociati, facendogli attraversare il Bosforo ed assegnandogli il campo di Civetot nei pressi di Nicea.


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