1096: la Crociata dei Baroni
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1096: in marcia verso Costantinopoli

La “Crociata dei Baroni”, che qualche storico definisce anche “Crociata dei Nobili”, riuscì a fondare in Palestina e Siria gli “Stati Crociati” di Edessa, Antiochia, Gerusalemme e Tripoli.

All'impresa, affidata dal Papa alla guida spirituale di Ademaro di Monteil, Vescovo di Le Puy, aderirono i grandi nomi dell'aristocrazia feudale europea. I principali tra questi erano:
il Conte Ugo di Vermandois, fratello del Re di Francia Filippo I;
il Duca della Bassa Lorena Goffredo di Buglione;
Baldovino di Boulogne, fratello di Goffredo di Buglione;
il Conte Eustachio III di Boulogne, fratello di Goffredo di Buglione;
il Principe Boemondo di Taranto;
il Conte Raimondo di Saint-Gilles Tolosa;
il Duca Roberto II di Normandia;
il Conte Roberto di Fiandra;
Stefano II di Blois, cognato del Duca Roberto II di Normandia.


la partenza dei Crociati

Anche molti Comuni italiani parteciparono con le proprie truppe alla Crociata, per cui poterono inserire la croce nel proprio stemma. Tra questi vi era Pisa, Bologna, Forlì e Genova. Inoltre tra le file della spedizione “dei Baroni” viaggiavano anche dei comuni pellegrini inermi.

Ademaro di Monteil, Vescovo di Le Puy

Il Legato Pontificio per la Prima Crociata era Ademaro di Monteil, Vescovo di Le Puy. Ademaro era un Vescovo della vecchia scuola ed era in grado di cavalcare ed indossare l'armatura. Durante la Crociata, Ademaro avrebbe avuto più volte l'occasione si dimostrare le sue capacità militari.

Un Legato Pontificio era qualcuno scelto dal Papa ad agire per suo conto in una determinata materia: spesso veniva inviato a negoziare un trattato, o a risolvere una controversia ed anche ad incoronare un Re, se il Papa stesso non poteva farlo di persona.


Ademaro di Monteil
(dipinto di M. Joseph Blondel)

Nella scelta di un Legato per guidare la Crociata, il Papa Urbano II intendeva chiaramente segnalare che il papato doveva essere rappresentato in tutto ciò che aveva a che fare con la Crociata.

L'intenzione di Urbano II era di far sì che la Crociata fosse guidata dalla Chiesa, piuttosto che dai laici. Forse nelle intenzioni del Papa c'era anche il fatto che Ademaro di Monteil doveva diventare il Patriarca di Gerusalemme. Le fonti storiche non lo dicono e Ademaro morì ad Antiochia, quindi non possiamo confermarlo.

A quel tempo tutti gli eserciti erano accompagnati da sacerdoti e, forse perché era stato il Papa a volere l'esistenza dell'esercito Crociato, si limitò a fornire anche il sacerdote per la spedizione.

Il titolo di Legato Apostolico e le qualità personali del Vescovo Ademaro de Monteil gli fecero guadagnare la fiducia e il rispetto dei Crociati. Le sue esortazioni e consigli contribuirono notevolmente a mantenere l'ordine e la disciplina.

il Conte Ugo di Vermandois

Ugo di Francia, Conte di Vermandois e fratello minore del Re di Francia Filippo I, fu il primo barone a giungere a Costantinopoli. Nei primi mesi del 1096 Ugo e suo fratello Filippo cominciarono a discutere della Crociata dopo che la notizia del Concilio di Clermont li aveva raggiunti a Parigi. Visto che Filippo non poteva parteciparvi personalmente in quanto era stato scomunicato, i due fratelli decisero che vi avrebbe partecipato Ugo.


il Conte Ugo di Vermandois
(dipinto di Henri Decaisne)

Nell'estate del 1096 l'esercito di Ugo di Vermandois lasciò la Francia per l'Italia, dove, a differenza degli altri eserciti dei Crociati che viaggiavano via terra, avrebbe attraversato il mare per raggiungere Costantinopoli. Lungo la strada, molti dei soldati del Conte Emico, che erano fuggiti in Italia dopo la disfatta della loro spedizione, si unirono all'esercito di Ugo.

Giunto a Bari, Ugo di Vermandois attraversò l'Adriatico per raggiungere il territorio bizantino, ma molte delle sue navi vennero distrutte da una tempesta e fecero naufragio sulla costa dell'Epiro, dove vennero soccorse dal Governatore di Durazzo che accolse Ugo di Francia con tutti gli onori. Poi Ugo e quello che restava del suo esercito furono scortati a Costantinopoli, dove giunsero nel novembre del 1096.

Prima del suo arrivo, Ugo aveva inviato una lettera arrogante ed offensiva all'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno, con la quale chiedeva di incontrarlo scrivendogli: “Sappi, o Re, che io sono il Re dei Re e superiore a tutti i Re che sono sotto il cielo. A questo punto ti do il permesso di salutarmi al mio arrivo e di ricevermi con la magnificenza che si addice alla mia nobiltà.”

Alessio era già diffidente verso gli eserciti che stavano per arrivare, visto il comportamento della folla di indisciplinati guidati da Pietro l'eremita che aveva attraversato il suo territorio all'inizio dell'anno. Così che diede ordine di imprigionare Ugo di Vermandois, sperando che, con il fratello del Re di Francia come ostaggio, gli altri Crociati che stavano per arrivare non avrebbero più attaccato i suoi possedimenti.


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