1099: la marcia in Siria
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1099: l'assedio di Marra

Il tempo passava in mezzo a tutte queste imprese senza alcuna importanza ed i Crociati non vedevano l'ora di partire per Gerusalemme. La maggior parte dei capi erano sparsi nelle contee vicine; per ritardare la loro partenza si erano giustificati per l'eccessivo caldo estivo ed ora si giustificavano con il fatto che il rigido inverno e le piogge si avvicinavano.

Questa giustificazione, anche se sembrava più ragionevole della precedente, comunque non era sufficiente a calmare l'impazienza dei pellegrini e fece aumentare il loro desiderio di partire anche un fenomeno straordinario che aveva attirato la loro attenzione: i Crociati di sentinella sulle le mura di Antiochia avevano visto durante la notte una massa luminosa ferma in un punto alto nel cielo. Sembrava che tutte le stelle si fossero raccolte in un piccolo spazio e fossero rimaste a lungo sospese sopra la città.

Alla vista di questo prodigio, le sentinelle corsero a svegliare i cristiani di Antiochia e tutti i pellegrini trovarono in questo evento un segno chiaro della volontà del cielo. Tutti coloro che avevano perso la speranza di vedere Gerusalemme, trovarono nel fenomeno loro offerto un simbolo spaventoso della moltitudine di pellegrini che erano morti senza raggiungere la Città Santa. Tuttavia le cose andarono molto meglio di quanto sperato; poco dopo i Principi ritornarono ad Antiochia e ripresero la loro campagna di conquista della Terra Santa.

Una più grande spedizione fu l'assedio e la cattura di Marra (oggi conosciuta come Ma'arrat al-Nu'man), situata nel Principato di Aleppo. Raimondo di Saint Gilles e Tolosa fu il primo a raggiungere la città, poi Roberto II di Normandia e Roberto II di Fiandra lo raggiunsero con le loro truppe.

La paura di subire il destino degli abitanti di Antiochia aveva fatto radunare sui bastioni l'intera popolazione della città, decisa a difendersi. La speranza di catturare una città ricca animava i soldati cristiani; ogni giorno gli assedianti piantavano delle scale ai piedi delle mura, ma una pioggia di frecce, pietre e torrenti di bitume fiammeggiante pioveva sulle loro teste.


presa della fortezza di Ma'arat-Al Nurman
(dipinto di Henri Decaisne)

I violenti scontri si rinnovarono per diverse settimane e finalmente la bandiera dei cristiani sventolò sulle torri della città. Visto che la tenace resistenza dei musulmani aveva fatto infuriare i Crociati, l'intera popolazione venne sacrificata al furore della guerra, poi i Crociati sventrarono i cadaveri, alla ricerca di monete d'oro o altri preziosi che erano stati ingoiati dai proprietari per sottrarli alla razzia.

Per questo episodio i Crociati furono accusati di cannibalismo; Rodolfo di Caen, un cronista francese che partecipò all'assedio al seguito dei Normanni di Puglia, nella sua opera “Gesta Tancredi” riporta che un'improvvisa e incessante pioggia allagò le riserve di grano e di pane dei Crociati, facendole rapidamente marcire. A questo punto del racconto Rodolfo riporta le testimonianze di Crociati che affermavano di essersi cibati dei cadaveri dei pagani.

Intanto giunse la notizia che Gerusalemme era caduta nelle mani degli Egiziani Fatimidi, i quali avevano approfittato della sconfitta dei Turchi Selgiuchidi e del fatale ritardo dell'esercito cristiano, per invadere la Palestina. Questo fatto raddoppiò il malcontento dei Crociati; accusarono Raimondo di Saint Gilles e Tolosa e coloro che li avevano portati ad tradire la causa di Dio e poi annunciarono l'intenzione di scegliere come capi coloro che non avevano altra ambizione che quella di assolvere il giuramento.

Il clero minacciò Raimondo di Saint Gilles e Tolosa dell'ira del cielo, i suoi soldati minacciarono di abbandonarlo e, infine, tutti i Crociati che erano a Marra decisero di demolire le fortificazioni e le torri della città.


i Crociati sventrano i cadaveri

Allo stesso tempo Tancredi d'Altavilla si impossessò con la forza della cittadella di Antiochia, dove sostituì la bandiera di Raimondo di Saint Gilles e Tolosa con quella di Boemondo di Taranto. Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, rimasto da solo a sostenere le sue pretese, tentò invano di portare dalla sua parte i capi Crociati aprendo i suoi scrigni e, per placare il mormorio della gente, distribuì loro il suo bottino: ma questi erano insensibili alle sue offerte come alle sue preghiere.

Infine, costretto ad arrendersi alla volontà dell'esercito, sembrò cedere alla voce di Dio. Dopo aver dato fuoco alla città di Marra, raggiunse l'esercito Crociato abiurando la sua ambizione e rinnovando il giuramento così spesso dimenticato di liberare la tomba di Gesù Cristo.

1099: l'assedio di Archas

All'esercito cristiano fu dato il segnale di partenza. Raimondo di Saint Gilles e Tolosa era seguito da Tancredi e da Roberto II di Normandia, desiderosi di compiere il loro voto.

Da tutte le parti i cristiani ed i musulmani del paese andavano incontro ai Crociati per implorare, alcuni il loro soccorso, altri la loro misericordia. Durante la loro marcia trionfale, incontrarono un gran numero di prigionieri cristiani che erano stati rilasciati dai musulmani ed erano ansiosi di tornare a casa.

I compagni di Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, di Roberto II di Normandia e di Tancredi d'Altavilla non presero la via diretta per marciare verso Gerusalemme ma raggiunsero la città di Archas, non lontana da Tripoli, per assediarla.


il Conte Raimondo di Saint Gilles e Tolosa cattura la città di Archas
(dipinto di Edouard Henri Théophile Pingret)

Tuttavia gli altri Principi rimasti ad Antiochia non si stavano preparando affatto per mettersi in marcia, con il disappunto dei pellegrini. Ognuno aspettava gli altri e tutti rimanevano inattivi.

Goffredo di Buglione, che era andato ad Edessa per incontrare suo fratello Baldovino di Boulogne, sentì al suo ritorno le grida dei Crociati che si lamentavano della sua pigrizia e gli chiedevano di marciare verso Gerusalemme. Ma invano queste lamentele furono ascoltate: Goffredo e gli altri capi erano ancora riluttanti a dare il segnale di partenza.

La maggior parte dei pellegrini pensò quindi di lasciare la Siria per tornare in Occidente. Alla fine i Principi, incapaci di resistere alle suppliche della moltitudine, decisero che l'esercito sarebbe partito da Antiochia nei primi giorni di marzo.

Quando giunse il momento, Boemondo di Taranto accompagnò Goffredo di Buglione e Roberto II di Fiandra a Laodicea, ma si affrettò a tornare ad Antiochia per paura che qualcuno gli strappasse il suo Principato. Fu nella città di Laodicea che l'esercito venne raggiunto da un gran numero di Crociati che si erano ritirati a Edessa e in Cilicia, o che erano venuti dall'Europa.


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