1099: la nascita del Regno di Gerusalemme
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In aggiunta a questa testimonianza raccontarono le gesta Goffredo di Buglione nella guerra santa. Ricordarono che durante l'assedio di Nicea aveva ucciso i più formidabili tra i Turchi, molti ne aveva uccisi anche ad Antiochia e in Asia Minore aveva rischiato la sua vita per salvare quella di un soldato attaccato da un orso. Poi raccontarono di molti altri atti di coraggio che, nello spirito della Crociata, lo ponevano al di sopra di tutti gli altri capi.

Goffredo di Buglione aveva per se anche i voti del popolo e dell'esercito e, affinché nulla mancasse al suo diritto al rango supremo, si riscontrò che anche le rivelazioni miracolose avevano annunciato in anticipo la sua elezione.

Goffredo era apparso in sogno a molte persone degne di fede: il primo sogno lo descriveva seduto sul trono, circondato dagli uccelli del cielo; nel secondo sogno Goffredo teneva in mano una lampada simile a una stella della notte e saliva su una scala d'oro verso la Gerusalemme celeste; in un terzo sogno era stato visto sul monte Sinai, salutato da due messaggeri divini, dai quali riceveva la missione di condurre e governare il popolo di Dio.

Infine gli elettori, dopo un attento esame e prese tutte le informazioni necessarie, proclamarono il nome di Goffredo. Questa nomina causò la gioia più profonda nell'esercito cristiano, che ringraziò il cielo per avergli dato il loro capo e maestro che tante volte li aveva guidati alla vittoria.

Per la suprema autorità di cui era stato investito, Goffredo era il custode del più cari interessi dei Crociati, così che lo portarono in trionfo alla chiesa del Santo Sepolcro, dove egli entrò a piedi nudi e disarmato e giurò di rispettare le leggi dell'onore e della giustizia.

1099: il rifiuto di Goffredo di Buglione

Il 22 luglio 1099 i Principi Crociati scelsero Goffredo di Buglione come Re di Gerusalemme, ma questi preferì assumere il titolo di “Advocatus Sancti Sepulchri” (difensore del Santo Sepolcro), rifiutando la corona e le insegne della regalità perché non si sentiva degno di accettare una corona d'oro nella città dove il Salvatore del mondo era stato incoronato di spine.

Mentre i Principi avevano dato a Goffredo di Buglione il governo del paese conquistato con le armi, il clero si occupò di consacrare le chiese e di nominare Vescovi e pastori da inviare in tutte le città assoggettate dai cristiani.

La pietà e l'altruismo avrebbero dovuto presiedere alla selezione dei ministri di Gesù Cristo ma gli intrighi furono più potenti e lo spirito della religione che aveva appena dato a Gerusalemme un buon Re, non riuscì a dargli dei prelati encomiabili per la loro saggezza e virtù.

I sacerdoti greco-ortodossi, nonostante i loro diritti, furono sacrificati alle ambizioni del clero romano. Infatti Arnolfo di Roeux, cappellano di Roberto II di Normandia, venne scelto per occupare la cattedra patriarcale di Simeone II, che aveva chiamato i guerrieri dell'Occidente.


Goffredo di Buglione rifiuta la corona

Simeone II era sull'isola di Cipro, perché si era occupato dell'invio di cibo ai Crociati durante l'assedio e morì quando seppe che Arnolfo di Roeux aveva preso il suo posto. La notizia della sua morte arrivò giusto in tempo per comprovare l'ingiustizia perpetrata.

Appena Arnolfo di Roeux venne investito della santa funzione, reclamò le ricchezze prese da Tancredi d'Altavilla nella Moschea di Omar, sostenendo che tali beni appartenevano alla chiesa di Gerusalemme, della quale egli era il capo provvisorio. Tancredi respinse con disprezzo queste richieste, ma Arnolfo di Roeux si appellò al consiglio dei Principi. Nel suo discorso disse loro che la sua elevazione a Patriarca di Gerusalemme era frutto della loro scelta e Tancredi, con il suo rifiuto, disprezzava il loro potere.

Quando ebbe finito di parlare, Tancredi prese la parola dicendo:
“Signori, sapete che è la mia spada e la mia lancia e non l'arte del discorso che hanno onorato la mia vita. Quindi non combatterò davanti a voi contro un avversario la cui tutta malizia sta nel suo linguaggio, come il veleno è nella coda dello scorpione.
Sono accusato di aver spogliato il santuario e di aver rubato l'oro che giaceva nelle chiese. Ma l'ho tenuto per me? l'ho dato ai miei nipoti? Non l'ho preso per impiegarlo al servizio del popolo di Dio?
Non ricordate, inoltre, che avevamo deciso già prima della cattura di Gerusalemme che ognuno di noi avrebbe posseduto i tesori e le proprietà che avrebbe colto per primo?
Cambiate le decisioni tutti i giorni? Si è mai visto Arnolfo di Roeux disputare con me la gloria del pericolo? Perché lui ora rivendica il premio della battaglia?”
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Goffredo incontra Arnolfo di Roeux

I capi dell'esercito cristiano chiamati a giudicare, si rifiutarono di condannare Arnolfo di Roeux, ma si rifiutarono anche di ferire l'orgoglio del loro compagno; decisero quindi si tassare i tesori della Moschea di Omar con la decima del bottino da dare alla chiesa e Tancredi si sottomise con rispetto alla loro decisione.

Nulla venne risparmiato per il fasto delle cerimonie cristiane: vennero decorati gli altari, puliti i santuari e le campane chiamarono i fedeli alla preghiera. Uno dei primi atti del regno di Goffredo di Buglione fu quello di chiamare alla Chiesa del Santo Sepolcro venti ecclesiastici, i quali dovevano provvedere all'accoglienza dei pellegrini, celebrare i divini uffici e cantare gli inni in lode del Dio vivente.

I Crociati avevano trovato il Santo Sepolcro indifeso e si rese quindi necessario creare un corpo di guardia per rendervi onore in pace e proteggerlo in guerra. Fu così che Goffredo di Buglione affidò la custodia del Santo Sepolcro ad un gruppo scelto di cinquanta cavalieri i quali dovevano dedicarsi esclusivamente a questo servizio. Con buona probabilità si fa risalire la data dell'istituzione dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme fra il 18 luglio ed il 12 agosto del 1099.

La notizia della conquista della Città Santa si diffuse nelle nazioni più lontane. In tutte le chiese nei luoghi dove erano passati i Crociati, il popolo andò a ringraziare Dio per la vittoria che aveva fatto trionfare in Oriente il culto e le leggi di Gesù Cristo. I cristiani di Antiochia, di Edessa, di Tarso, quelli che vivevano in Cilicia, Cappadocia, Siria e Mesopotamia, raggiunsero in folla Gerusalemme, alcuni per fissavi la propria dimora, altri per visitare i luoghi santi.

Mentre i fedeli si rallegravano per la vittoria, i musulmani davano spettacolo della loro disperazione. Quelli che erano sfuggiti ai vincitori di Gerusalemme diffusero ovunque la loro costernazione. Gli storici musulmani Mogir-Eddin, Abul-Feda ed Elmacin, scrissero della desolazione che regnava a Baghdad.

Zein-Eddin, Qadi di Damasco, si strappò la barba alla presenza del Califfo. Tutti versavano lacrime alla storia delle disgrazie di Gerusalemme. Venne persino ordinato il digiuno e la preghiera per placare l'ira del cielo. Gli imam si lamentavano ed e poeti scrivevano patetici discorsi sulla sorte dei musulmani divenuti schiavi dei cristiani.


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