1099: la battaglia di Ascalona
(pagina 2 di 2)

Furono i soldati armati di giavellotto ad attaccare per primi, subito dopo la cavalleria affiancò i soldati ed insieme si precipitarono nelle file degli infedeli. Gli arcieri etiopi sostennero con coraggio il primo scontro dei cristiani: messisi un ginocchio, cominciarono a lanciare una nuvola di frecce, poi avanzarono al fianco dell'esercito, mostrando i loro volti neri ed emettendo urla feroci. Questi terribili africani portavano dei flagelli muniti di palle di ferro con cui colpivano gli scudi, le corazze e la testa dei cavalli dei Crociati. Dietro di loro accorsero una serie di altri guerrieri armati di lance, fionde, archi e spade ma, anche così uniti, non riuscirono a fermare la furia dei soldati della Croce.


la battaglia di Ascalona (dipinto di Prosper Lafaye)

Tancredi d'Altavilla, Roberto II di Normandia e Roberto II di Fiandra, con prodigi di valore, rovesciarono le prime fila del nemico; Roberto II di Normandia e Roberto II di Fiandra penetrarono sin dove il Visir al-Afdal Shahanshah dava gli ordini di battaglia e si impadronirono del grande stendardo degli infedeli. A questo segno di sconfitta, la costernazione diffuse il disordine tra i musulmani. I loro occhi non potevano sopportare più la presenza dei guerrieri cristiani e le spade caddero dalle loro mani tremanti; l'intero esercito egiziano abbandonò il campo di battaglia e ben presto si poteva vedere solo la polvere che nascondeva la vorticosa fuga degli Egiziani.

I battaglioni di musulmani che fuggirono verso il mare incontrarono i Crociati di Raimondo di Saint Gilles e Tolosa: molti morirono di spada. La cavalleria cristiana inseguì i sopravvissuti tra le onde, dove annegarono in 3.000 cercando di raggiungere la flotta egiziana che si era avvicinata alla riva.


Goffredo di Buglione

Qualche comandante musulmano provò a chiamare a raccolta i suoi soldati per una nuova battaglia, ma Goffredo di Buglione, alla testa dei suoi cavalieri, piombò su di loro con impeto, rompendo le loro fila e dissipando i loro battaglioni. La carneficina fu orribile: i musulmani, nel loro terrore mortale, gettarono le armi senza difendersi e restarono immobili sul campo di battaglia ad attendere che la spada dei cristiani tagliasse le loro teste.

Quelli che si salvarono fuggirono nel deserto dove, per la maggior parte, perirono miseramente. Quelli che erano nei pressi di Ascalona, cercarono rifugio tra le sue mura, ma si precipitarono in tal numero alle porte della città che 2.000 morirono soffocati o schiacciati dalle zampe dei loro cavalli.

In mezzo alla rotta generale l'Emiro Afdal stava per cadere nelle mani del vincitore e lasciò la sua spada sul campo di battaglia; gli storici riportano che nel vedere dalle torri di Ascalona la distruzione del suo esercito, non riuscì a trattenere le lacrime. Nella sua disperazione maledì Gerusalemme e bestemmiò contro Maometto, da lui accusato di aver abbandonato i suoi servi e discepoli: “0 Maometto! Sarà vero che il potere del Crocifisso é più grande del tuo, visto che cristiani hanno disperso i tuoi discepoli”

Ben presto, non ritenendosi più al sicuro nella città, si avviò verso la flotta venuta dall'Egitto; verso la metà del giorno tutte le navi egiziane si allontanarono dalla riva e raggiunsero il mare aperto. I Crociati saccheggiarono tutto ciò che gli infedeli avevano lasciato nel loro accampamento: il campo conteneva molte ricchezze e provviste in grande quantità.


1099: Goffredo di Buglione deposita nella chiesa del Santo Sepolcro
lo stendardo del Visir catturato durante la battaglia di Ascalona
(dipinto di François Marius Granet)

I vincitori avrebbero potuto diventare padroni di Ascalona, ma lo spirito di discordia, messo a tacere durante il pericolo, doveva presto rinascere tra i Principi e impedì loro di approfittare della vittoria. Dopo la rotta degli Egiziani, Raimondo di Saint Gilles e Tolosa voleva far sventolare la sua bandiera sulla città, ma Goffredo di Buglione voleva che Ascalona entrasse a fare parte del regno di Gerusalemme. Ben presto molti Crociati abbandonarono la bandiera di Goffredo che fu costretto ad allontanarsi, ottenendo solo un piccolo tributo dalla città dove regnava la lite tra i cristiani.

La controversia sorta ad Ascalona tra Raimondo di Saint Gilles e Tolosa e Goffredo di Buglione si ripeté dopo pochi giorni per la città Arsouf, situata in riva al mare a dodici miglia a nord di Ramla.

Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, che aveva marciato per primo con il suo esercito verso la città, iniziò ad assediala: come notò una forte resistenza, abbandonò l'assedio e continuò la sua marcia, dopo aver avvertito il presidio che non aveva nulla da temere dagli attacchi di Goffredo di Buglione.

Poco dopo, Goffredo, essendo venuto ad assediare la città, trovò la guarnigione di Raimondo di Saint Gilles e Tolosa decisa a difendersi e, come apprese che questa resistenza era il risultato dell'ordine impartito da Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, non poté trattenere la sua rabbia e decise di vendicare con le armi una simile offesa.

Marciò con le insegne al vento contro Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, il quale, a sua volta, gli andò incontro preparandosi a combattere, quando Roberto II di Normandia, Roberto II di Fiandra e Tancredi d'Altavilla si gettano tra i due rivali e cercarono di calmarli. Dopo lunghe discussioni, Goffredo di Buglione e Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, convinti dalle preghiere degli altri capi, si abbracciarono alla presenza dei loro soldati.

Quando l'esercito cristiano era sulla via del ritorno verso la Città Santa, tutti suonavano le loro trombe e le bandiere erano spiegate al vento in segno di vittoria. Una folla di pellegrini che erano venuti loro incontro, riempivano l'aria con i loro canti di gioia.

Presto i Crociati giunsero in trionfo a Gerusalemme. La grande bandiera del Visir e la sua spada vennero appese ai pilastri della Chiesa del Santo Sepolcro. Con la battaglia di Ascalona si concluse la Prima Crociata. Dopo la battaglia quasi tutti i Crociati tornarono in Europa. Forse poche centinaia di cavalieri rimasero a Gerusalemme, ma furono gradualmente rinforzati da nuovi Crociati.

Ascalona comunque rimase sotto il controllo dei Fatimidi d'Egitto. Da allora la città divenne la loro base per le invasioni del Regno di Gerusalemme.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS