1340: la battaglia del Rio Salado


il Re Alfonso XI di Castiglia

verso il 1330, il Sultano del Marocco Abu l-Hasan Ali ibn 'Uthman, chiamato dal Sultano Muhammad IV di Granada, intraprese l'invasione della penisola Iberica, e, nel 1333, riuscì ad occupare Gibilterra, che faceva parte del Regno di Castiglia. Negli anni successivi l'opera di espansione continuò lentamente verso il nord della Penisola iberica.

Nel 1339 il Sultano del Marocco, con l'aiuto del Sultano di Tunisi, con una potente flotta attraversò lo Stretto di Gibilterra; a sua volta il Re Alfonso XI di Castiglia, partì con la sua flotta per contrastare l'invasione. Nella battaglia navale che seguì, la flotta cristiana fu sconfitta e solo alcune navi castigliane si sottrassero alla cattura o alla di-struzione.

Quindi le truppe del Marocco sbarcarono nella baia di Algesiras e, con l'ausilio delle truppe del Sultanato di Granada, nel settembre del 1340 misero sotto assedio la città di Tarifa.

Il Re Alfonso XI di Castiglia, alleatosi col Re Alfonso IV del Portogallo, con l'ausilio del Gran Maestro Helion de Villeneuve, alla testa dei Cavalieri di San Giovanni delle commende iberiche e con l'appoggio della flotta aragonese, organizzò la spedizione per liberare Tarifa dall'assedio.


La Battaglia del Rio Salado
tela del XVII secolo conservata nel monastero di Guadalupe, a Caceres (Spagna).

L'esercito cristiano si mise in marcia il 30 ottobre del 1340, arrivando al Rio Salado. Appena giunto a contatto del nemico, cominciò l'attacco su due direzioni: un contingente di circa 4.000 Cavalieri al comando di Alfonso IV del Portogallo si mosse sulla sinistra per affrontare le truppe del Sultanato Granada; il secondo contingente, costituito da circa 8.000 fanti ed altrettanti cavalieri, tra i quali quelli dell'Ordine di San Giovanni, era sotto il comando di Alfonso XI di Castiglia.

Dopo che l'attacco cristiano era iniziato, da Tarifa uscì la guarnigione castigliana che era sotto assedio, cogliendo di sorpresa le forze musulmane che cominciarono a sbandarsi. A questo punto la fanteria cristiana si incuneò nello schieramento avversario, dividendolo in due parti. La confusione nel campo musulmano fu talmente grande che le truppe cominciarono a darsi alla fuga per raggiungere Algesiras e così mettersi in salvo.

L'anno seguente il Sultano del Marocco preparò un'altra spedizione navale per invadere la penisola iberica; ma questa volta Alfonso XI di Castiglia, oltre a preparare la propria flotta, si fece aiutare dalla flotta di Pisa, da quella di Genova e da quella dell'Ordine di San Giovanni, per cui affrontò la flotta musulmana riportando una tale vittoria che determinò la fine delle ambizioni del Sultano del Marocco sulla penisola iberica.


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