1565: il grande assedio di Malta


Jean Parisot de La Vallette

Jean Parisot de La Vallette era stato eletto Gran Maestro dall'assemblea generale dei sedici venerabili elettori il 21 agosto 1557. Sotto il suo governo, tra il 1560 ed il 1564, i Cavalieri di Malta aumentarono le loro attività corsare contro gli Ottomani nella parte occidentale del Mediterraneo.

Nel dicembre 1564 a Costantinopoli il consiglio di guerra Ottomano decretò che Malta doveva essere invasa e conquistata.

Ma fra Roma e la sua flotta c'era l'isola dei Cavalieri; andava dunque conquistata: un'occasione per eliminarli una volta per tutte perché, caduta l'isola dei Cavalieri, egli non avrebbe avuto altri ostacoli tra le sue armate e Roma.

Gli appelli del Papa Pio IV restarono inascoltati. Ma se le potenze cristiane si erano disinteressate del pericolo, l'imminenza dell'attacco era nota al 49° Gran Maestro Jean Parisot de la Valette. Da tempo, infatti, aveva inviato a Costantinopoli alcuni Cavalieri con il compito di fornirgli continui rapporti circa le mosse e le decisioni di Solimano.

Appena venuto a conoscenza attraverso i suoi informatori a Costantinopoli che il Sultano stava preparando un vasto armamento per attaccare Malta, prese subito i provvedimenti per resistere ad un attacco. Le Bourg, Senglea, e Castel Sant'Elmo vennero notevolmente migliorati aggiungendo nuovi bastioni e completando i fossati.


il Grande Assedio di Malta

Il 9 aprile 1565 il viceré di Sicilia, don García de Toledo y Osorio, visitò le fortificazioni dell'isola e, in quell'occasione, promise a Jean Parisot de la Valette che, durante la prossima invasione, i Cavalieri dovevano resistere solo fino a giugno, quando egli avrebbe portato la sua armata in aiuto di Malta.

In previsione della imminente invasione, tra il 16 aprile ed il 13 maggio 1565 avvenne l'evacuazione in Sicilia di “un gran numero di persone”, tra cui un gran numero di nobiltà maltese.


il Gran Maestro Jean Parisot de La Vallette durante il Grande Assedio di Malta
(dipinto di Charles Philippe Larivière)

Mentre le difese supplementari di Malta venivano frettolosamente spinte in avanti, un colpo di cannone sparato dal Castello di Sant'Angelo la mattina del 18 Maggio 1565 annunciò che i turchi erano al largo delle coste di Malta, segnalando l'inizio del Grande Assedio di Malta. Sulle mura c'erano 470 Cavalieri, 1.600 mercenari italiani e spagnoli, 5.000 soldati della milizia maltese, 120 artiglieri e 67 serventi ai pezzi.

La flotta turca, sotto il comando di Lala Kara Mustafa Pascià, era composta da 450 galee che trasportavano 40.000 uomini, dei quali 5.000 erano giannizzeri. Vi erano inoltre 50 navi più piccole cariche di provviste e munizioni. Era stato desiderio di Solimano che anche Thorgoud Rais dovesse prendere parte a questa spedizione, alla quale questo celebre corsaro aggiunse degli ulteriori rinforzi di 1.500 algerini.

Forte Sant'Elmo fu il primo ad essere interessato alle operazioni sul sbarco dell'esercito ottomano. I Cavalieri cercarono di fermare lo sbarco ma, non riuscendo a resistere alla forza irresistibile esercitata contro di loro, caddero vittime della furia brutale degli infedeli.

Le perdite sostenute dall'Ordine nell'assedio di Forte Sant'Elmo furono grandi, ma ancora più grande fu la strage tra le linee turche. Per 26 giorni il forte resistette ai bombardamenti ed agli attacchi dell'esercito turco.

Migliaia di giannizzeri tentarono l'assalto la mattina del 16 giugno, ma per due volte i Cavalieri respinsero gli avversari che lasciano sul terreno più di 1.000 morti, tra i quali anche Thorgoud Rais.


la morte di Thorgoud Rais

Ancora giorni di cannoneggiamenti e il 22 giugno i turchi, nel tentativo di raggiungere la sommità delle mura, impiegarono centinaia di scale lungo le quali si tentarono di arrampicarsi. Ma ancora una volta i difensori riuscirono a ricacciare indietro i nemici, investendoli con una valanga di pietre e di fuoco.

Il 23 giugno i turchi lanciarono l'ultima offensiva. I pochi Cavalieri superstiti si confessarono l'un l'altro e presero la comunione. Conoscevano la loro sorte: nessuno sarebbe accorso in loro aiuto ed era inutile sperare nella pietà del nemico.

L'ultimo duello avvenne sulla soglia della cappella; uno scontro che durò pochi minuti. Poi, massacrati gli ultimi avversari, gli ottomani piantarono sulle rovine del Forte Sant'Elmo gli stendardi della Mezzaluna. La vittoria costò ai turchi l'elevato prezzo di 8.000 uomini, tra cui il famigerato Thorgoud Rais.

Durante l'assedio di Forte Sant'Elmo l'Ordine perse 200 uomini, in gran parte maltesi, e 122 Cavalieri. I comandanti turchi ordinarono che tutti i Cavalieri morti trovati nel Forte fossero decapitati ed i loro corpi mutilati venissero abbandonati su delle tavole in tutto il “Grande Porto” verso i bastioni di Senglea e Birgu.

Il 29 giugno 1565, per rafforzare le difese dell'isola, giunsero nella parte nord di Malta quattro galere che sbarcarono 600 soldati, 42 cavalieri, 56 cannonieri e numerosi volontari; durante la questo esercito si incamminò verso Mdina e poi raggiunse Birgu la mattina seguente.

Diversi attacchi dei turchi a Birgu ed ai Forti Sant'Angelo e San Michele risultarono infruttuosi ed il loro esercito venne respinto con gravi perdite. L'esercito invasore allora rivolse i suoi sforzi contro la città di Mdina, ma il vigore con cui i Cavalieri respinsero l'attacco furono tali che la forza turca fu respinta.

Tra il 3 ed il 12 luglio la flotta turca, in preparazione di un assalto a Senglea, ricevette in rinforzo 29 navi e 2.500 guerrieri accompagnati dal Bey di Algeri, dopodiché venne trasportata via terra, con l'ausilio di rulli, dal porto di Marsamxett al Grande Porto.

Ma Malta era ancora tutta da conquistare. Il 30 giugno giunsero dalla Sicilia i primi rinforzi (600 uomini, compresi 44 Cavalieri); Poca cosa rispetto al numero dei nemici, ma il loro arrivo servì a risollevare gli animi.

Il 9 luglio gli ulteriori rinforzi inviati dal viceré don García de Toledo non riuscirono a sbarcare, a causa della caduta di Forte Sant'Elmo, e ritornarono in Sicilia. Il 12 luglio iniziò l'assedio di Senglea.

Il 15 luglio il comandante turco Lala Kara Mustafa Pascià lanciò un attacco in grande stile, convinto di aver fiaccato con bombardamento la forza degli avversari. Incontrò invece ancora resistenza mentre i turchi iniziavano a perdere la sicurezza di tornare in patria vincitori.

Altri tentativi furono compiuti il 2 e il 7 agosto ma i cristiani avranno ancora una volta la meglio. Per tutto il mese di agosto le artiglierie turche lanciarono raffiche di proiettili contro le postazioni nemiche e le migliori fanterie turche si fecero massacrare senza ottenere alcun risultato. I turchi erano ormai demoralizzati e sfiniti, mentre dalla Sicilia giungono notizie dell'imminente arrivo di rinforzi per gli assediati.

Il 23 e il 30 agosto, i turchi fecero gli ultimi tentativi per conquistare l'isola, ma ogni sforzo si dimostrò vano. Il 7 settembre finalmente i rinforzi di don García de Toledo giunsero a Malta.

L'arrivo dei rinforzi fu il colpo di grazia per i turchi. Prontamente gli informatori di Lala Kara Mustafa Pascià gli comunicarono che l'esercito inviato dal viceré di Sicilia era sbarcato a Malta e stava avanzando verso il Bourg; questi allora ordinò alle sue truppe per imbarcarsi e salpare per Costantinopoli.


Jean Parisot de La Vallette

Questo ordine era appena stato dato, che Lala Kara Mustafa Pascià ricevette nuove informazioni che il numero dei rinforzi era stato fortemente sopravvalutato. Egli pertanto decise di sbarcare 9.000 uomini e, messosi alla loro testa, marciò contro questo nuovo nemico.

Il combattimento decisivo avvenne sulla piana di Pietranera alla quale parteciparono anche i Cavalieri usciti in massa dai forti. Ma tale fu l'impeto con cui fu respinto questo attacco, che i turchi si diedero alla fuga, incapaci di fronteggiare con successo il nemico.

L'11 settembre raggiunsero le loro galere e furono ben presto fuori dalla vista di Malta. Più di 30.000 uomini dell'esercito musulmano erano periti durante questo memorabile assedio.

Qualche giorno dopo i Cavalieri incendiarono l'arsenale turco a Costantinopoli: il Sultano, per la prima volta, si sentì minacciato fin nella capitale del suo regno. Ma la vittoria non distolse il Gran Maestro dal suo dovere; l'assedio aveva dimostrato la debolezza delle difese di Malta e prima o poi i turchi sarebbero tornati per vendicare la sconfitta subita ed era necessario prepararsi.


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